Dal fumetto al grande schermo, ecco Dylan Dog. Il passo non è stata affatto breve, perché come spesso accade in situazioni del genere, le differenze tra la storia originale e quella che è apparsa sul grande schermo sono diverse, anche se in sostanza lo spirito è sempre lo stesso.  Come del resto accade anche quando si realizza un film tratto da un romanzo, spesso le  inevitabili differenze sono delle vere e proprie esigenze, sia perché un conto è un romanzo, un fumetti nella fattispecie, tutt’altra cosa è un film dove i personaggi  che sulla edizione cartacea, diciamo così, sono lasciati più che altro alla fantasia del lettore, alla sua immaginazione, sullo schermo sono personaggi veri e propri, in movimento, in carne ed ossa, per cui le differenze esistono e sono impossibili da eliminare.

Nel film Dylan Dog, per esempio, l’ambientazione è già diversa rispetto a quella originale, perché ci si è spostati da Londra, edizione originale, a New Orleans, e questo per motivi squisitamente economici, perché secondo la produzione, girare il film nella capitale britannica avrebbe avuto dei costi decisamente più elevati.

Altra differenza che salta subito agli occhi è il colore della macchina dell’ero, il mitico Maggiolone, che nel fumetto è bianca, mentre nel film  è nera con inserti bianche e questo per motivi legali perché a seguito della serie Herbie, i Maggiolini bianchi possono apparire solo nei film prodotti dalla Walt Disney.

Altre piccole differenze, poi, interessano alcune battute che gli sceneggiatori hanno preferito cambiare perché  nella loro forma recitata, e non scritta, avrebbero avuto un impatto decisamente diverso e di minor effetto.
In sostanza, il film Dylan Dog non è stato particolarmente apprezzato dalla critica che lo considera, se vogliamo, una copia non troppo ben riuscita di un fumetto di assoluta qualità, ma si sa, a volte la critica non segue quelle che sono le preferenze del grande pubblico.