La Figc apre un fascicolo
su De Laurentiis a seguito dello scontro
verbale avvenuto nei giorni scorsi tra il presidente del Napoli ed alcuni giornalisti. Aver apostrofato
alcuni di questi signori con il termine “cafoni”
e aver anche aggiunto al famosa frase “vi
metto anche la mani addosso” evidentemente non è piaciuto agli organi federali
che dimostrano sempre più di guardare con accanimento le pagliuzze piuttosto
che le travi. Del resto, non poteva essere diversamente, dal momento che il
vulcanico produttore cinematografico, sembra dare fastidio al palazzo in quanto
giudica certi comportamentiassolutamente
non più compatibili con i tempi attuali e con il calcio attuale.
De Laurentiis ha infatti anche dichiarato di voler acquisire anche altre
società all’estero, in particolare nei Paesi dove avranno sede anche le sue
strutture cinematografiche, facendo esplicito riferimento all’Inghilterra e
quindi alla Premier League, perché sembra che sposterà parte del suo lavoro a
Londra.
La cosa che lascia perplessi non è
certamente lo sfogo del presidente del Napoli, quanto alcuni comportamenti
della federazione che si preoccupa di un scontro verbale tra un tesserato e dei
giornalisti, piuttosto di alcuni comportamenti di altri tesserati ben più
gravi, ben oltre il limite della correttezza, sportività e decenza. Il riferimento è a Marotta
che pensa di poter contattare direttamente i giocatori sotto contratto di altre
squadre promettendo loro mari e monti, ancor prima di essersi assicurato se il
titolare del cartellino abbia voglia di
intavolare una trattativa. E’ il caso di Cavani, più volte accostato dalla
stessa stampaalla Juve, ea nulla sono valse le dichiarazioni della
dirigenza napoletanae dello stesso
Cavanicon le quali si smentivano certe
illazioni.
Del resto, e non è la scoperta dell’acqua calda, i grandi giornali sportivi
italiani, evidentemente tifano per i grandi potentati del Nord, in particolare
Milan, Juve e Inter . Il Corriere dello Sporto era una eccezione fin quando vi
era Vocalelli come direttore, ma da quando è stato avvicendato dall’ex direttore
dei Tuttosport,quotidiano sportivo smaccatamente
juventino, la musica è completamente cambiata.
Altra considerazione da fare,il fatto
stesso che in tanti ritengono la società di De Laurentis il supermarket del calciomercato,
dove tutti possono attingere a piene mani, cosa che già era balzata agli occhi
l’anno scorso quando un po’ tutti davano i buoni giocatori per partenti,
alimenta ancor più il sospetto che si tratti di una campagna fatta apposta per
destabilizzare l’ambiente napoletano. Il Napoli evidentemente dà fastidio a
tanti, troppi, oltre tutto essendo forse la sola società italiana ad avere i
conti in ordine e a veleggiare ai primi posti della classifica, la sola a non
aver necessità di vendere i pezzi pregiati per mantenersi, è la dimostrazione pratica del fallimento
della politica delle altre che storicamente si sono sempre divise le prime posizioni.
Vincere spendendo milioni, sia per gli acquisti che per gli ingaggi, è facile,
anche se poi i bilanci sono in rosso, è il contrario che è difficile.
Come mai il cancan che si è fatto per Cavani quest’anno non si è fatto per i
giocatori di Juve, Inter e Milan? Eppure sono loro le società ad avere i conti
in rosso, solo che le loro risorse vanno ben oltre i normali proventi dell’attività
sportiva, e le origini di tali risorse gli italiani tutti le conoscono bene.
Il fatto che De Laurentiis si sia infastidito perché con queste tante voci
infondate messe in giro e, soprattutto, con le scorrette avances da parte di
Marotta, sarà costretto ad elevare il monte ingaggi per trattenere i suoi
giocatori, è assolutamente lapalissiano, e chi si scandalizza per questo è in
malafede oppure non ha compreso appieno l’importanza della posta in palio.
Il fatto stesso che De Laurentiis abbia poi parlato di spostare all’estero
parte delle sue attività, salvando però il Napoli ovviamente, tanto da lasciare intendere forse che
potrebbe decidere divivere a Londra, è
sintomatico del suo malessere, del suo fastidio.
I tempi in cui il Napoli doveva vendere i
suoi migliori giocatori per sopravvivere, sono finiti, fanno parte del
passato, sono la storia del Napoli vecchia gestione, che non ha nulla da
spartire con quello di De Laurentiis.
E’ bene che i grandi potentati del pallone, e la stampa al seguito, se ne
facciano una ragione. Il tempo delle offerte è finito.
Inoltre, è impensabile ritenere che il
presidente del Napoli possa dare uno dei suoi tenori ad una squadra concorrente.
Il Caso Lavezzi docet, è andato al PSG, e non certo ad una squadra italiana.
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